Dura la vita da spettatore, quando sei abituato a sgomitare sul parquet. Ma se è vero che le pause sono parte integrante di una melodia, allora gli infortuni fanno parte del basket: vanno accettati con la giusta serenità d’animo e tutto diventa più semplice con un bagaglio ricco di esperienza come quello che può vantare Valerio Polonara. «Però adesso è arrivato il momento di lasciarsi alle spalle questo periodo – afferma il centro anconetano – non vedo l’ora di riprendere a correre. Il fastidio accusato al bicipite femorale è alle spalle, adesso sto meglio». Un’altra pausa, stavolta fra una frase e l’altra, quindi all’impeto di rientrare subentrano le ponderate riflessioni: «Lo staff sanitario monitora le mie condizioni con oculatezza. La razionalità impone di evitare forzature, i playoff si avvicinano e dovremo essere al top della condizione».

“Sono qui per divertirmi e divertire i tifosi”, furono le sue prime parole granata. «E devo ammettere – aggiunge Polonara – che fin qui il mio bilancio neretino è ultrapositivo. L’ambiente è ospitale, la società calorosa, il coach è preparato e già lo conoscevo, il gruppo coeso ha agevolato l’ingresso dei nuovi arrivi. È un piacere far parte di questo roster. Peccato per quell’inizio balbettante, quando i meccanismi erano farraginosi: talvolta è fatale sia così, quando cambi tanto hai bisogno di un periodo di assestamento. Poi, una volta ingranata la marcia, abbiamo dimostrato quanto valiamo». Parole al miele verso l’“Andrea Pasca” che valgono doppio considerato il curriculum d’assoluto spessore di Polonara. «Lo confesso: la passione che anima i tifosi neretini è merce rara. Nelle mie pregresse esperienze in B, talvolta, ho incontrato “tifoserie da salotto”, società poco presenti. Prima di firmare alcuni colleghi mi dissero che il calore di questa piazza era impareggiabile, ora posso dirlo: non si sbagliavano».

Dalle tribune del “Pala Andrea Pasca” ai social network, dove sulla nostra pagina spunta un “like” di un tifoso d’eccezione: il talentuoso Achille Polonara. «Mio fratello ha cliccato “mi piace” alla pagina subito dopo il mio sbarco in granata – racconta Valerio – segue le nostre sorti con affetto e attenzione. Con lui ho un rapporto totale, è come il migliore amico: ho tanti punti in comune, il basket su tutti. Ha sempre conservato l’umiltà, nonostante calchi palcoscenici prestigiosi: siamo  punti di riferimento l’un per l’altro. Spero che presto possa venire qui a godersi la “torcida granata”». I genitori Polonara, invece, si son portati avanti col lavoro assistendo al match interno con Ostuni: «I miei seguono spesso le partite della massima serie – dichiara il classe ‘84 – e furono sorpresi dallo spettacolo offerto dal pubblico neretino nella suddetta circostanza. Poi quella fu l’occasione di una bella vittoria, con l’allegra atmosfera offerta dalla presenza della banda musicale».

Da un fratello (di sangue) ad un altro (acquisito): quel Goran Bjelic col quale Polonara condivide gli attuali momenti ai box: «Ma il mio infortunio non ha niente a che vedere con ciò che ha colpito lui. Le sue vicende mi hanno fatto capire quanto lo sport sia importante, ma come la salute sia l’assoluto e imprescindibile bene primario. Poi con Goran, essendo coetanei, ho uno splendido rapporto: ne abbiamo vissute tante sui campi e spesso ci confrontiamo. È un eccezionale professionista». Proprio come il montenegrino, Polonara si dimostra risoluto e col traguardo bene in mente: non si nasconde in campo così come dinanzi ai nostri taccuini: «Vogliamo la Serie B. Non possiamo girarci attorno: il nostro roster è oggettivamente forte. E io sono qui perché voglio vincere». Non ci sono frasi di circostanza che reggano e Polonara, se possibile, rimarca il concetto: «Poco importa se i proclami aumentano le aspettative. Vogliamo vincere e conquistare la B. Punto e basta». Più chiaro di così.

Scritto da: 

Lorenzo Falangone

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